Droghe alla guida: la nuova circolare 2025 allenta la stretta. Ecco cosa cambia davvero

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Dopo le polemiche e i dubbi di costituzionalità, il governo fa marcia indietro: torna il requisito dell’alterazione psicofisica.


Una retromarcia necessaria

Il nuovo Codice della Strada 2025, voluto dal ministro Matteo Salvini, aveva introdotto una linea dura contro chiunque risultasse positivo a sostanze stupefacenti, anche senza essere in stato di alterazione alla guida. Questa norma aveva però sollevato forti critiche giuridiche e sociali. Ora, con una circolare dell’11 aprile 2025 firmata dai ministeri dell’Interno e della Salute, arriva un significativo dietrofront: le nuove regole richiedono di nuovo la prova che la sostanza abbia alterato la capacità di guida.


Cosa cambia con la nuova circolare?

Link alla circolare ufficiale

La circolare chiarisce alcuni punti fondamentali:

  1. Non basta la semplice positività
    La sola presenza di droghe nell’organismo non costituisce più automaticamente reato. Serve dimostrare che la sostanza stesse effettivamente influenzando il conducente al momento della guida.
  2. Torna il criterio dell’alterazione psicofisica
    Il reato si configura solo se “la sostanza produce ancora i suoi effetti sull’organismo durante la guida”. Si abbandona quindi l’approccio punitivo verso chi aveva assunto droghe magari giorni prima senza più alcun effetto sulla capacità di guida.
  3. Esami più precisi e affidabili
    • Consentiti: Analisi del sangue e del fluido orale. Sono gli unici test in grado di dimostrare se una sostanza è ancora attiva e incide sulla guida.
    • Esclusi: Test delle urine. Ritenuti non indicativi di una reale intossicazione in atto.

Perché questo cambio di rotta?

Le modifiche arrivano dopo che il tribunale di Pordenone ha sollevato dubbi di legittimità costituzionale, definendo “manifestamente irragionevole e iniquo” punire chi è solo risultato positivo, senza accertare l’effettiva alterazione psicofisica.

Il rischio era punire chi aveva assunto droghe giorni prima senza alcun impatto sulla guida. La Consulta è ora chiamata a esprimersi sulla questione, ma la circolare anticipa già una revisione più equilibrata della norma.


Le criticità che rimangono

Nonostante il passo indietro, permangono alcune zone grigie:

  • Assunzione di farmaci: Alcuni medicinali possono risultare nei test come sostanze psicotrope, creando possibili complicazioni per i conducenti in terapia.
  • Tempi di rilevamento: Anche le nuove analisi devono essere effettuate rapidamente per accertare il reale stato psicofisico durante la guida.

Conclusione: più equilibrio tra sicurezza e diritti

La nuova circolare segna un importante passo verso un bilanciamento tra la sicurezza stradale e il rispetto dei diritti individuali. Punire chi guida sotto effetto di droghe resta fondamentale. Ma farlo senza prove reali di alterazione avrebbe violato i principi di equità e razionalità del nostro ordinamento.

Ora il focus torna dove dovrebbe essere: sulla capacità di guida compromessa, non sulla semplice presenza di sostanze.

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