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“La cannabis è un dono di Dio”, ecco l’uomo che vuole trasformare l’erba in una religione

Dušan Dvořák ha un sogno e per realizzarlo è disposto a tutto. Anche a trasformare la sua clinica in una chiesa

La cannabis è un dono di Dio: lasciala crescere, coltivala con amore, diffondi il verbo. Abbi fede nei benefici effetti dell’erba che adoriamo“.

È questo il mantra, o meglio la preghiera, alla base di uno dei culti più giovani d’Europa, fiorito lo scorso agosto in Repubblica Ceca e determinato a germogliare oltre i confini nazionali. Fondata dallo psicoterapeuta e ricercatore Dušan Dvořák, la prima Chiesa Europea della Cannabis ha sede nel villaggio di Ospělov, a un paio d’ore di macchina da Praga, e conta centinaia di fedeli.

A riunirli nel culto della marijuana un motto, “In nomine Cannabis“, e una ferma intenzione: consumare erba, la migliore possibile, per lenire le ferite materiali e spirituali della vita. Anche a costo di rischiare la persecuzione. Perché l’atto di fondazione della chiesa, in realtà, è una provocazione che risponde a un tormento più economico che spirituale, ovvero il monopolio della cannabis medica in un paese che ne è uno dei maggiori produttori.

 

Nonostante in Repubblica Ceca sia permessa dal 2004 la coltivazione di marijuana a scopo di ricerca, e dal 2010 sia possibile acquistarla in farmacia, secondo Dvořák l’esclusiva commerciale detenuta dall’olandese Bedrocan e dall’inglese Sativex avrebbe fatto schizzare i prezzi ben oltre la disponibilità economica dei pazienti,tra i 300 e i 1000 euro al mese per la cura.

Dal 2009 la clinica di Ospělov offre ai malati un’alternativa più economica e artigianale, ma le autorità ceche non sembrano gradire. E così, dopo numerose confische “eseguite secondo procedure non trasparenti” (secondo Dvořák), il Papa verde (o “Capo di tutti i capi”, come preferisce farsi chiamare lui), ha deciso di cambiare strategia:trasformare la clinica in chiesa, l’erba in simulacro e se stesso in predicatore.

Lo incontriamo una prima volta al Parlamento Europeo di Strasburgo, nella saletta fumatori. È l’ottava volta che denuncia il governo ceco alla Corte Europea per i diritti umani, e nel tempo libero pratica con entusiasmo l’evangelizzazione degli europarlamentari. Ad aiutarlo c’è un’amica, perché Dvořák si esprime esclusivamente in ceco: “Stiamo valutando la possibilità di trasferire la chiesa nel Liberland“, traduce la donna. Il fatto che lo stato del Liberland (sette metri quadri tra la Croazia e la Serbia, autoproclamatosi nazione indipendente ad aprile) non sia stato riconosciuto ufficialmente da nessuna istituzione al mondo non sembra costituire un problema. Dvořák, dopotutto, è un uomo di fede.

Abbiamo provato a capire meglio il progetto del Papa Verde.

Ricorda il momento in cui ha avuto l’illuminazione?
“Ho capito con certezza che la cannabis poteva essere un grandissimo strumento di cura a metà degli anni Novanta. La chiave per entrare in quel mondo me l’ha fornita un libro,Marijuana la medicina proibita, del professor Lester Grinspoon”.

Chi sostiene il suo calvario?
“Senza l’aiuto di familiari e amici non ce l’avrei mai fatta ad andare avanti. I miei genitori hanno presentato proprio in questi giorni una nuova denuncia alla Corte Duropea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo”.

Da clinica a chiesa: cosa è cambiato?
“In concreto nulla. Ma trasformare la canapa in oggetto di preghiera, e ottenere per la clinica lo status di Chiesa, ci offre la migliore protezione giuridica possibile”.


Nella sua chiesa sono ammessi anche fedeli di altre religioni?

“Tutte le religioni da noi sono benvenute. Non facciamo nessuna discriminazione”.

Quante persone si sono rivolte a lei in cerca di aiuto?
“Posso fare una stima, ma non è precisa. Da quando esiste la clinica abbiamo avuto un centinaio di richieste all’anno, da parte di pazienti provenienti da diversi paesi del mondo”.

Ogni culto ha i suoi simboli e i suoi dogmi. Quali sono i vostri?
“Il nostro simbolo sacro è la foglia di marijuana. Le nostre regole sono tre: coltivare amorevolmente la propria salute, educare e proteggere i membri della chiesa”.

Siete in contatto con la Church of Cannabis statunitense?
“Ci hanno scritto, vorrebbero fare rete con noi e collaborare. Per il momento tuttavia dobbiamo procedere secondo le regole, e registrarci formalmente presso le autorità ceche. A livello legale saremo la Chiesa Ceca della Marijuana”.

Cosa spera di ottenere?
“La nostra ambizione è quella di ottenere lo status di ente di ricerca ai sensi della convenzione unica delle Nazioni Unite sulle droghe”.

E se non dovesse funzionare?
“Sposteremo la sede della chiesa nel Liberland, un piccolo nuovo stato a cavallo tra Serbia e Croazia. Sono in contatto con il Presidente del paese e ho motivo di ritenere il progetto praticabile. A quel punto, con il loro aiuto, potremo essere riconosciuti anche legalmente come Chiesa Europea

Fonte  Wired.it

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